Coltivare l’Eden

 

Fino alla massiccia introduzione della meccanizzazione, della chimica e delle monoculture industriali introdotto solo pochi decenni fa, l’Agricoltura fu, nei secoli e millenni precedenti, l’organica e sostenibile arte di coltivare la terra, “affinché producesse in perpetuo abbondanza di frutti”, quindi continuamente e rinnovandosi. Arte e Scienza “magna”, come la definì Varrone, scrittore latino del I secolo a.C, tramandata di generazione in generazione già ai suoi tempi, l’agricoltura affonda le proprie origini in una tradizione ancor più remota. Il “biologico” non è una nuova invenzione, è una pratica millenaria di buona e corretta Agricoltura, basata su conoscenze e saperi antichi. Prima dell’agro-industria basata sulla chimica tutta l’agricoltura era organica.

E questo era il sistema agricolo delle ville rustiche, ripreso dal Rinascimento in poi, di cui oggi rimangono solo le vestigia degli antichi splendori nelle nostre campagne, ben ordinate e coltivate in una miriade di piccoli, medi e grandi poderi sino a pochi decenni fa.

Il terreno coltivato dall’uomo è parte di un complesso vivente di elementi naturali quali il bosco, le praterie, l’humus fertile, fauna e flora selvatica e domestica. Ma anche l’acqua nei suoi vari stati, e tutti gli elementi minerali della Terra che compongo suolo e rocce, le radiazioni solari, il calore e la luce, energia primaria che, nella fotosintesi, diventa energia chimica ed attraversa tutta la catena alimentare come calorie sino alle sue ceneri, l’humus.

Oltre al Sole, anche la Luna, che ne riflette le radiazioni, ha relazione con la vita terrestre, e in ultimo non possiamo escludere influenze pur remote anche di altri corpi celesti, pianeti e stelle, la cui luce raggiunge e avvolge ogni angolo della Terra. D’altronde tutta la materia terrestre è di origine cosmica.

Tale materia è risorsa finita di un sistema chiuso in cui la vita si ricrea continuamente secondo modelli predefiniti, vegetali e animali, in cicli organici rinnovabili e perenni, i quali compartecipano a sistemi più complessi quali gli ecosistemi, terrestri e fluviali, marini, naturali e coltivati. Chi pratica agricoltura dovrebbe necessariamente sapere come opera il micro-ecosistema in cui si vanno a mettere le mani.

Anche una azienda agricola è un sistema vivente di relazioni e funzioni ecologiche tra diversi generi e specie, vegetali ed animali. E più si insedia biodiversità più il sistema è ricco di energia e forza propria, si autoalimenta e si auto sostiene. Se non si lascia spazio alla biodiversità e si praticano monocolture, l’intero ecosistema agrario diviene povero dei suoi elementi fondamentali. È povero di energia, di forza, è un sistema ammalato, che ha continuo bisogno di iniezioni di fitofarmaci, nutrizione forzata, antibiotici. Un sistema sano non ne ha bisogno, si auto guarisce, trova la sua via per riequilibrarsi.

Se lasciato incolto, infatti, il suolo terrestre, alle nostre latitudini, viene colonizzato da vegetali pionieri per ricreare il proprio modello di ecosistema, ossia foresta e radure da pascolo, che si ripopoleranno di animali erbivori i quali provvederanno a contendere alla vegetazione arbustiva i loro prati ed inizieranno, nei loro rumini, con il concorso di protozoi, batteri e funghi, il processo di trasformazione della materia vegetale in humus, per fertilizzare la terra in cui crescono i loro stessi alimenti. Originari della catena del pascolo sono anche, allo stato selvatico, cereali, ortaggi da foglia e radice, leguminose, alberi da frutto, oltre alle erbe da pascolo e fieno, i quali sono nutrimento degli animali oltre che nostro. È l’humus del pascolo quello in cui crescevano spontaneamente. Non crescevano all’ombra di foreste, nei suoli rocciosi e desertici, ma dove pascolavano mandrie di erbivori ruminanti selvatici, di cui erano il cibo. Oggi questi animali li ingozziamo a soia e mais ogm, rinchiusi in capannoni industriali.

Se trattato con cura e consapevolezza, secondo questi principi, il suolo si arricchisce di vita micro-biologica, del suo edafon. Questo è l’ultimo anello della catena alimentare. Il primo è quello dei produttori primari, i vegetali, che immagazzinano e distribuiscono energia solare sotto forma di calorie. Nel secondo anello abbiamo i consumatori primari, gli erbivori, nel terzo gli animali che mangiano erbivori, nel quarto i carnivori di animali carnivori e gli onnivori. Segue quindi l’anello dei bioriduttori, che si nutrono di materia decaduta trasformandola in humus.

L’uomo è anch’egli invitato al banchetto della Natura terrestre: negli ecosistemi originari del pascolo fluviale ha trovato le condizioni per potersi nutrire, sopravvivere ed evolversi sino ad oggi, da cacciatore-raccoglitore a coltivatore dei propri alimenti.

La natura terrestre nel suo complesso è un unico grande ed indivisibile organismo superiore dotato di propria forza ed energia, esiste da prima dell’uomo e lo ha generato come una madre e come una madre lo nutre. Anche senza l’intervento umano la Natura si rigenera continuamente, è creazione perpetua in cicli naturali perenni e autosufficienti.

Questo è ciò che l’agricoltore e l’agricoltura moderna si sono dimenticati, pensando ad uno sviluppo industriale dell’agricoltura ottenuto con l’ausilio di grandi tecnologie e della ricerca scientifica ai soli fini di profitto capitalista. Ma il vero lavoro produttivo lo fa innanzitutto la natura, con aiuto e direzione umana consapevole di aver a che fare con i processi naturali di una creazione in atto ogni momento prima ancora che con prodotti agricoli industriali.

Il flusso energetico che attraversa una moderna azienda agricola a monocolture industriali da reddito è completamente diverso da quello di un sistema agro-organico sostenibile. Quest’ultimo è organizzato secondo i principi di un’autosufficienza energetica che proviene da una fonte inesauribile e primaria quale è l’energia solare, dalla fotosintesi all’humus, semplicemente conoscendo e rispettando le leggi della natura. Il primo sistema invece, forzando queste leggi, disperde enormi flussi di energia petrolchimica ed immette nell’ambiente altrettanta produzione di rifiuti e scorie tossiche per la salute e l’equilibrio degli ecosistemi naturali e agro-organici, distruggendo la vita invece di crearla, mantenerla e riprodurla.

I concimi chimici inoltre avvelenano la terra e ne uccidono la vita biologica, al pari di diserbanti, insetticidi, fungicidi. Non si è capito, si fa finta di niente o si nasconde che il problema di tante patologie vegetali e animali è dovuto alla degenerazione degli ecosistemi agrari condotti con metodi industriali, chimici e meccanizzati di sfruttamento delle terre fertili, e di sfruttamento schiavista di piante e animali, affrancati dal ruolo e dalla funzione fondamentale che hanno invece in un’azienda organica o biodinamica.

Un altro aspetto è che, dalle grandi aziende a quelle medie e piccole, la quasi maggioranza degli agricoltori è vincolata al sistema industriale e vi dipende. I fondi agricoli a ciclo chiuso, invece, erano un tempo autosufficienti, e organizzavano il loro sistema produttivo secondo esigenze di auto sostentamento e di sostentamento di una comunità-mercato locale.

Ogni fondo agricolo era concepito come un organismo formato a sua volta da altri organi che gli danno entità e forza, e facente parte di un sistema ecologico più grande. Come ogni molecola vive in sé ma è anche parte di un tessuto nel quale esiste in sinergia con le altre, il quale fa a sua volta parte di un insieme più grande; micro e macrocosmi, l’uno che contiene l’altro. Gli ecosistemi sono costituiti a loro volta da micro e macro realtà che si compenetrano e si scambiano.

Nel dover ricreare oggi un ecosistema agrario organico a fini produttivi, il ruolo dell’uomo è quello di dirigerlo sia nella progettazione che nell’organizzazione, regolandone il funzionamento quale “organismo”, con massima cura nel considerare ogni pianta ed animale quale essere vivente in sé e non una merce a codice a barre, in una relazione sostanzialmente etica nel senso compiuto della parola, con lo spirito di esserne custode e difensore devoto, come un giardiniere dell’Eden.

Pubblicato il 10 novembre 2015:

 http://www.terranuova.it/Orto-e-Giardino/Cio-che-e-vivo-culture-tour.-Coltivare-l-Eden

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